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PRESTARE ORECCHIO,
MA SOPRATTUTTO VOCE,
A CHI NON PUO’ LEGGERE COME TUTTI GLI
ALTRI...
clicca QUI per ascoltare l’articolo.
Chi può leggere impara leggendo; ma chi non può leggere,come impara?
Come accede alle informazioni?
Non impara e non accede alle informazioni, oppure ci riesce ma solo parzialmente o con l’aiuto di terzi!
Perchè? perchè tutto è scritto (così è scritto!!) e poco o niente è ascoltabile!
Come rendere più facile la vita alle persone ipovedenti, cieche o dislessiche?
Facendo in modo che queste persone possano muoversi liberamente in uno spazio a loro completamente accessibile.
Per garantire loro questo dritto, la scuola potrebbe usare gli strumenti messi a disposizione dalle nuove tecnologie informatiche :
potrebbe,ma spesso non lo fa.
Eppure sono là, dietro l’angolo…e così,dietro quell’angolo, con grande forza di volontà ci va
chi non si dà per vinto, per dimostrare che ce la fa ed è anche lui un homo sapiens: audentes ma sempre sapiens. ” la ricerca parla un linguaggio e la scuola, spesso, ne parla un altro! Non è poi così difficile usare lo stesso”(Giacomo Stella. 03.09.2009 Caldonazzo. Corso di aggiornamento “…e se imparare diventa un problema” )
Attenzione!
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PRESTARE ORECCHIO MA SOPRATTUTTO VOCE A CHI NON PUO’ LEGGERE COME TUTTI GLI ALTRI...
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Chi può leggere impara leggendo; ma chi non può leggere,come impara?
Come accede alle informazioni?
Non impara e non accede alle informazioni, oppure ci riesce ma solo parzialmente o con l’aiuto di terzi!
Perchè? perchè tutto è scritto (così è scritto!!) e poco o niente è ascoltabile!
Come rendere più facile la vita alle persone ipovedenti, cieche o dislessiche?
Facendo in modo che queste persone possano muoversi liberamente in uno spazio a loro completamente accessibile.
Per garantire loro questo diritto, la scuola potrebbe usare gli strumenti messi a disposizione dalle nuove tecnologie informatiche :
potrebbe,ma spesso non lo fa.
Eppure sono là, dietro l’angolo…e così,dietro quell’angolo, con grande forza di volontà ci va
chi non si dà per vinto, per dimostrare che ce la fa ed è anche lui un homo sapiens: audentes ma sempre sapiens.
” la ricerca parla un linguaggio e la scuola, spesso, ne parla un altro! Non è poi così difficile usare lo stesso”
(Giacomo Stella. 03.09.2009 Caldonazzo. Corso di aggiornamento “…e se imparare diventa un problema” )
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DISLESSIA. Disabilità specifica dell’apprendimento di natura neurobiologica, caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata o fluente e da abilità scadenti nella scrittura e nella decodifica.
(Lyon, Scwitz. 2003)
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CHI SONO GLI ALUNNI DISLESSICI ?
Sono alunni intelligenti che hanno però un disturbo specifico di lettura: trovano cioè difficoltà nell’automatizzare il processo di interpretazione dei segni grafici.
Tale difficoltà di decodifica si manifesta con un deficit nella velocità e nell’accuratezza della lettura, con un effetto sulla comprensione del testo.
Sono alunni che (solitamente) si trovano in una situazione di ulteriore difficoltà perchè non possono accedere con la stessa facilità dei compagni agli apprendimenti, poichè questi avvengono principalmente tramite il canale della letto-scrittura.
“Gli alunni dislessici sono bambini neurobiologicamente diversi”
(G. Stella. 03.09.2009 Caldonazzzo. Corso di aggiornamento “..e se imparare diventa un problema”)
CON QUALI CONSEGUENZE ?
Il bambino dislessico è probabilmente il primo a vivere la propria difficoltà, senza riuscire a darsi una spiegazione ragionevole.
Nel constatare poi le reazioni dell’ambiente circostante, sviluppano un disagio psicologico.
Per affrontare gli apprendimenti scolastici i bambini dislessici sono costretti a dipendere allora da altri per l’incapacità ad accedere agilmente al codice scritto: in questo modo perdono la loro autonomia,intesa come “indipendenza e libertà di agire e di pensare”
L’esposizione a dei continui insuccessi fa sì che i ragazzi sviluppino una sorta di “rassegnazione appresa” che si manifesta in una apatia e mancanza di voglia di riscattarsi: perdono la loro autostima
COME AIUTARE GLI ALUNNI DISLESSICI AD ESSERE AUTONOMI NELL’APPRENDIMENTO ?
Costruendo un ambiente educativo di apprendimento favorevole agli alunni dislessici, che sappia motivarli e dare loro la consapevolezza di “potercela fare da soli”.
Un ambiente che:
- conosca i propri alunni
- garantisca loro un adeguato percorso di abilitazione
- preveda misure dispensative e fornisca adeguati strumenti compensativi
CONOSCERE
COSA ?
le abilità e le difficoltà degli alunni dislessici
CON CHE COSA ?
uno strumento di screening che possa individuare i casi di sospetto DSA già nelle prime fasi di apprendimento della letto-scrittura.
PERCHE’ ?
risulta fondamentale una conoscenza delle difficoltà e delle abilità di questi ragazzi per poter affrontare un percorso didattico e abilitativo
ABILITARE
QUAL’E’ L’OBBIETTIVO DI UN INTERVENTO ABILITATIVO ?
L‘obiettivo di un intervento abilitativo non è la “guarigione” dalla disabilità, ma piuttosto la riduzione degli effetti sull’acquisizione delle abilità di lettura, scrittura e calcolo (Giacomo Stella).
COME RENDERE LA LETTURA PIU’ VELOCE E PIU’ ACCURATA ?
Per agire su questi parametri si può procedere attraverso due tipi di training:
FONOLOGICO : si lavora sulla corrispondenza segno-suono. Tale tipo di intervento permette di divenire solitamente più accurati nella lettura di nuove parole regolari e di non parole.
GLOBALE: si lavora sull’identificazione di parole come un tutto unico. In questo caso il bambino dovrebbe divenire più rapido e capace di leggere parole anche irregolari già incontrate.
COMPENSARE
Gli strumenti compensativi permettono di raggiungere un buon grado di autonomia, cioè danno la possibilità di informarsi , apprendere e comunicare senza necessariamente dipendere da un mediatore.
L’informatica è lo strumento che meglio consente, al momento attuale, di trasformare tutto il materiale cartaceo in orale ed è per questo che è potenzialmente il mezzo migliore per veicolare l’autonomia degli alunni dislessici, bypassando il problema specifico nella letto-scrittura.
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